58 rapporto Censis

Il 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese offre uno spaccato approfondito delle dinamiche economiche, sociali e culturali che caratterizzano l’Italia nel 2024. In un contesto di transizione, segnato da sfide globali e profonde trasformazioni tecnologiche, emergono tematiche di grande rilievo per il tessuto imprenditoriale e produttivo nazionale.

La CNA, da sempre attenta alle esigenze delle piccole e medie imprese, degli artigiani e dei professionisti, può trovare nel rapporto preziose indicazioni per orientare le proprie politiche e iniziative. Dai trend occupazionali ai progressi nella digitalizzazione, dalle criticità della formazione ai bisogni emergenti nel mercato del lavoro, il documento traccia un quadro complesso che richiede risposte innovative e una visione strategica.

Questa sintesi mette in evidenza gli aspetti del rapporto che riguardano direttamente il mondo dell’impresa, delle tecnologie e dell’economia. L’obiettivo è offrire strumenti utili per comprendere le opportunità e i rischi di un sistema produttivo che deve affrontare una ripartenza sfidante, ma carica di possibilità per chi saprà coglierle. Di seguito, uno schema che approfondisce i temi più significativi per le imprese e i lavoratori rappresentati dalla CNA.

1. Scenario economico e produttivo

  • Sviluppo lento e disparità settoriali:
    • Industria in declino: La produzione manifatturiera italiana è calata del 1,2% dal 2019 al 2023 e del 3,4% nei primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. I settori tessile e legno-cartario hanno subito le contrazioni più forti.
    • Turismo in crescita: Le presenze turistiche hanno raggiunto i 447 milioni nel 2023, con un incremento del 26,7% nella componente estera rispetto al 2013.
    • Divario Nord-Sud: Persistono notevoli differenze tra Nord e Sud nel fatturato agricolo e nell’adozione delle tecnologie digitali.
  • Fabbisogno di personale qualificato:
    • Il 45,1% delle assunzioni previste nel 2023 riguardava figure di difficile reperimento. Per artigiani e operai specializzati, la carenza ha raggiunto il 38,9%.
    • Mancano soprattutto idraulici (47,7% irreperibili), elettricisti (40,2%) e cuochi (39,1%).
  • Sindrome italiana:
    • La “medietà” caratterizza il sistema economico, con crescita piatta e diseguaglianze crescenti. Il reddito pro-capite è diminuito del 7% negli ultimi 20 anni, segnando una fragilità economica diffusa.

2. Innovazione tecnologica e trasformazione digitale

  • IA e competenze tecnologiche:
    • Le Accademie ITS (Le Accademie ITS – Istituti Tecnici Superiori sono istituzioni di formazione terziaria non universitaria in Italia, nate con l’obiettivo di colmare il divario tra le competenze richieste dal mondo del lavoro e quelle fornite dal sistema educativo tradizionale) registrano un 87% di occupabilità tra i diplomati, con un aumento dei percorsi legati alle tecnologie 4.0 e all’intelligenza artificiale.
    • Nel 2024, il 27,7% dei lavoratori utilizza l’IA per compiti specifici, come la stesura di report o la gestione di email. Tuttavia, l’82% degli italiani richiede una regolamentazione stringente per limitarne gli usi.
  • Agricoltura digitale:
    • Solo il 7,7% delle aziende agricole del Sud ha adottato soluzioni digitali, contro il 34,1% del Nord-Ovest.

3. Formazione e professionalità

  • Competenza tecnica e formazione continua:
    • Le ITS Academy sono un modello di successo per l’integrazione tra formazione e mondo produttivo, ma il numero di diplomati è insufficiente rispetto al fabbisogno annuale di oltre 47.000 tecnici superiori.
  • Problematiche scolastiche:
    • Il sistema educativo evidenzia carenze nei risultati, con il 43,5% degli studenti che non raggiunge i livelli minimi di apprendimento in italiano al termine delle superiori e il 47,5% in matematica.

4. Occupazione e mercato del lavoro

  • Nuove dinamiche occupazionali:
    • Nel 2024 il numero degli occupati è salito a 23,8 milioni, ma l’Italia rimane fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione (-8,9 punti percentuali rispetto alla media UE).
  • Giovani e lavoro:
    • Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 15,4% nel 2024, con una riduzione significativa dei NEET (-28,3% dal 2019).
  • Gender gap:
    • Le donne guadagnano mediamente il 30,2% in meno rispetto agli uomini nel settore privato, e l’Italia è scesa all’87° posto nel Global Gender Gap Index.

5. Modelli imprenditoriali e mercati emergenti

  • Filiera della moda:
    • Con un valore di 110 miliardi di euro, il settore moda rappresenta il 5,3% del PIL. Tuttavia, l’occupazione non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia.
  • Investimenti esteri:
    • I flussi in entrata si sono drasticamente ridotti, passando da 21,8 miliardi di euro nel 2023 a soli 8 miliardi nel primo semestre 2024, evidenziando una difficoltà strutturale nell’attrarre capitali.

6. Sfide per il welfare e la sostenibilità sociale

  • Pressione sul welfare:
    • La spesa sanitaria privata è cresciuta del 23% in dieci anni, mentre quella pubblica solo dell’11%. Questo ha aumentato il divario di accesso alle cure tra fasce sociali.
  • Passaggio generazionale e patrimoni:
    • La concentrazione della ricchezza in mano alle generazioni più anziane riduce la propensione al rischio imprenditoriale tra i giovani.

Conclusioni e raccomandazioni

  1. Innovazione e formazione:
    • Sostenere e potenziare le ITS Academy, favorendo l’inclusione di giovani nei settori tecnologici emergenti.
    • Investire nella digitalizzazione, in particolare al Sud, per colmare i divari territoriali.
  2. Rilancio dell’artigianato e PMI:
    • Promuovere incentivi per le professioni artigianali e tecniche, con politiche di formazione mirate a giovani e NEET.
  3. Sostenibilità e welfare:
    • Introdurre modelli di welfare complementare per garantire una copertura inclusiva e accessibile.
  4. Riconversione industriale:
    • Supportare le imprese manifatturiere nella transizione verso un modello di produzione più sostenibile e innovativo.
  5. Attrazione di investimenti:
    • Riformare il sistema regolatorio per rendere l’Italia più competitiva nell’attrarre capitali esteri.

 

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