Il rapporto “The Future of European Competitiveness” di Mario Draghi offre numerosi spunti d’interesse per le piccole e medie imprese (PMI), la transizione energetica e l’innovazione. Proponiamo qui una sintesi delle sezioni a nostro avviso più rilevanti, che potrebbero incidere sulle PMI italiane e il loro ruolo nel contesto europeo:
1. Semplificazione normativa e riduzione del carico burocratico per le PMI
Un tema cruciale affrontato nel rapporto è la necessità di ridurre il peso delle regolamentazioni sulle PMI. Le PMI sono spesso schiacciate da eccessive normative che limitano la loro capacità di competere a livello internazionale. Il rapporto propone la creazione di una nuova figura istituzionale, il Vicepresidente della Commissione per la Semplificazione, con il compito di ridurre la mole di regolamenti, eliminare le sovrapposizioni normative e adottare una metodologia unica per la misurazione dei costi normativi.
La semplificazione normativa è fondamentale per le PMI, in quanto può permettere loro di concentrare risorse su innovazione e crescita piuttosto che sul rispetto di normative complesse e spesso ridondanti. Inoltre, si prevede un obiettivo di riduzione del 25% degli obblighi di rendicontazione per tutte le aziende, con un focus specifico per le PMI, estendendo la proporzionalità alle medie imprese.
2. Facilitare l’accesso al capitale e alla digitalizzazione
Un altro punto chiave è il miglioramento dell’accesso al capitale per le PMI. Il rapporto evidenzia la necessità di un contesto più favorevole per il finanziamento delle innovazioni, sia per le start-up che per le PMI. Viene raccomandato di ampliare il budget del Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF) e di migliorare la coordinazione con l’EIC, razionalizzando l’ambiente del venture capital in Europa.
In parallelo, il rapporto sottolinea l’importanza di sfruttare la rete di supercomputer dell’Unione Europea per accelerare la digitalizzazione delle PMI, rendendo disponibili queste risorse per le start-up e le piccole aziende nel settore dell’intelligenza artificiale. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le PMI italiane, molte delle quali potrebbero non avere accesso a tecnologie avanzate a livello individuale, ma potrebbero beneficiare di un’infrastruttura comune a livello europeo.
3. Competitività energetica e transizione ecologica
Il rapporto affronta il tema della decarbonizzazione, un’area cruciale anche per le PMI che operano nel settore manifatturiero e artigianale. Viene sottolineata l’importanza di ridurre i costi energetici per le imprese e di accelerare la transizione verso l’energia pulita, promuovendo contratti a lungo termine (PPAs) e strumenti finanziari innovativi come i CfDs (Contratti per differenza) per stabilizzare i prezzi energetici.
Questo rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per le PMI italiane, che potrebbero accedere a nuovi strumenti di finanziamento e a energia a costi più competitivi, favorendo un’economia più sostenibile e meno dipendente dai combustibili fossili. Per facilitare questo processo, il rapporto raccomanda l’implementazione di incentivi specifici per le PMI per accedere a questi strumenti.
4. Innovazione e capacità di crescita
Infine, il rapporto di Draghi pone grande enfasi sull’innovazione come chiave per la competitività europea, particolarmente per quanto riguarda la transizione digitale e tecnologica. Si propone di creare un contesto più favorevole per l’innovazione nelle PMI, ampliando il supporto a nuove aziende e migliorando l’accesso al mercato europeo tramite uno statuto legale unico per le imprese innovative. Ciò potrebbe facilitare la creazione di imprese artigiane innovative in Italia e permettere loro di operare su scala europea con minori vincoli burocratici.
In conclusione
Il rapporto evidenzia molte aree di intervento che potrebbero avvantaggiare le PMI italiane. La semplificazione normativa, l’accesso al capitale, la transizione energetica e l’innovazione sono tutti temi centrali che, se affrontati con politiche adeguate, potrebbero migliorare significativamente la competitività delle PMI italiane nel contesto europeo.
La CNA continuerà a monitorare e contribuire attivamente a queste discussioni a livello europeo per garantire che gli interessi delle piccole imprese italiane siano rappresentati e tutelati.
Per approfondire scarica qui il Rapporto in lingua italiana.
Qui l’articolo sulla composizione della nuova Commissione Europea.