CNA Macerata esprime preoccupazione riguardo all’obbligo per le imprese, introdotto dalla Legge Finanziaria 2024, di stipulare una polizza assicurativa contro i rischi derivanti da calamità naturali, con entrata in vigore fissata per il 1° gennaio 2025. La Confederazione degli artigiani e delle piccole imprese chiede innanzitutto una proroga, ritenendo che l’attuale formulazione del provvedimento non garantisca condizioni chiare né una sostenibilità economica per le aziende coinvolte.

Claudio Giovine, direttore della divisione Economica e Sociale di CNA nazionale, ha sottolineato che la proroga è necessaria per definire con precisione le linee della legge e colmare le lacune ancora presenti nel testo: “Le imprese devono essere messe in condizione di sottoscrivere polizze efficaci e a costi equi, che rispettino il principio di mutualità del rischio”. La CNA, auspica inoltre l’introduzione di un portale pubblico che permetta alle aziende di confrontare le offerte in modo trasparente.
Daniele Rango, dirigente CNA Macerata e imprenditore a Treia, sottolinea i pericoli nascosti nell’obbligo: “Così com’è prevista nella Legge Finanziaria 2024, questa misura rischia di trasformarsi in una tassa occulta per le imprese, aumentando ulteriormente i nostri costi. È fondamentale avviare un dialogo approfondito con le Associazioni di categoria per trovare soluzioni che siano sostenibili”. Rango sottolinea piuttosto la necessità di investimenti infrastrutturali da parte del governo per la mitigazione del rischio idrogeologico: “La priorità sono gli interventi infrastrutturali per proteggere i territori e garantire la sicurezza di cittadini e imprese”.

CNA Macerata solleva ulteriori perplessità sul provvedimento: le compagnie assicurative saranno davvero disposte a coprire le zone maggiormente esposte a calamità naturali, e a quale costo? Inoltre, si evidenzia la profonda ingiustizia per chi, non avendo le risorse economiche per assicurarsi, rischia di non ottenere nessun ristoro pubblico e subire sanzioni.
L’imprenditore treiese pone anche una questione costituzionale: “Lo Stato non può scaricare sulle spalle delle singole imprese l’onere di tutelarsi da soli. Questo obbligo, così formulato, contraddice i principi sanciti dall’Articolo 32 della Costituzione Italiana, che riconosce la tutela della salute come un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse collettivo. Lo Stato deve quindi farsi carico della protezione del territorio e della sicurezza dei cittadini, non può demandare questa responsabilità alle imprese, per di più senza garantire un quadro normativo e assicurativo sostenibile”.
CNA continuerà a sollecitare il governo per garantire che questa misura venga applicata solo con condizioni chiare e sostenibili per tutte le imprese coinvolte.